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La Fiom di Alessandria alla marcia del 20 Aprile

Nella foto - Laboratorio Sociale Alessandria

Il Paese  sta attraversando una crisi senza precedenti e dopo un anno di governo tecnico di nome ma non di fatto, siamo in un periodo di stallo originato da un esito del voto che non permette la formazione di una maggioranza atta a governare. Quello che pare evidente è che non vi è stallo per quanto riguarda le decisioni che vengono dai grandi organismi internazionali così come per le scelte strategiche. Due strade che corrono parallele e che non trovano opposizioni o ripensamenti  concreti o almeno di facciata da parte di chi dovrebbe fornire indirizzi, risposte e politiche conseguenti. Si persegue con determinazione l’abbattimento della spesa attraverso i continui tagli a trasporti, scuola, sanità. Prosegue l’attacco frontale al lavoro nella sua interezza, si cancella l’idea stessa di   futuro proseguendo nel non prevedere una programmazione economica compatibile con uno sviluppo sostenibile. La questione relativa la terzo valico è dentro questa discussione. Così come per altre grandi opere si portano avanti  progetti che sono portatori di un’infinità di dubbi, problemi e controversie irrisolti che non consentono di trovare una giustificazione ultima per l’utilità dell’opera stessa.

Abbiamo già scritto e detto di quanto vi sia di sbagliato nell’idea di un’opera di questo tipo e quanto sia distante dalle nostre istanze come Fiom, e di come anche il metodo utilizzato ci veda esprimere la nostra contrarietà.

Dopo la grande manifestazione del 26 Maggio ad Arquata Scrivia, e quella del 6 ottobre a Serravalle Scrivia il movimento no tav – no terzo valico torna in piazza con una marcia da Novi Ligure a Pozzolo Formigaro per ribadire la contrarietà ad un’opera ma soprattutto per dimostrare che i cittadini non ci stanno a vedere il proprio territorio devastato da chi antepone il profitto e il primato del mercato alla vita delle persone. Persone intese come soggetti attivi che partecipano alla costruzione del proprio futuro e chiedono uno sviluppo sostenibile, la messa in sicurezza del territorio e il potenziamento delle strutture esistenti ( quanto lavoro ci sarebbe ! ) e non come semplici inerti consumatori di merci e servizi abbruttiti dalla devastazione culturale, morale e sociale di questi anni.

C’è chi ancora non si è arreso e vuole continuare a non arrendersi. Un’altra via da percorrere esiste. La strada che sabato percorreremo insieme da Novi L. a Pozzolo F. è quella che, idealmente, ma con simile condivisione di metodo e merito, percorreremo ancora il 18 maggio a Roma e nelle altre future occasioni ovunque ci sia da proporre  un’idea diversa di sviluppo, di futuro, che parli alla testa ma anche al cuore di tutti coloro che non si piegano alla cancellazione dei diritti di tutte e tutti.

Per queste ragioni la FIOM-CGIL di Alessandria aderisce e sostiene la manifestazione di sabato 20 Aprile a Novi Ligure organizzata dal movimento no tav-no terzo valico.

Il Cociv ha iniziato i primi tentativi di esproprio proponendo indennizzi ridicoli, e confermando il modo di agire arrogante privo di rispetto verso i destinatari di tali provvedimenti. La risposta della popolazione delle zone interessate dalla grande opera non si è fatta attendere ; la presenza compatta vicino a chi è toccato dall’esproprio  ha lanciato un messaggio ben preciso in termini di determinazione a resistere da parte di un’intera comunità, indirizzato a chi deve portare avanti l’opera.

Sui dubbi che il progetto del terzo valico porta con sè abbiamo già avuto modo di dire. Circa 6 miliardi di spesa in un momento di grave crisi, la reale necessità di un’opera che sposterà merci e non persone quindi ripropone il primato degli interessi economici su quelli della collettività, l’impatto su falde, sorgenti, la presenza di amianto, in generale il danno all’ambiente, anni di cantieri aperti, infiltrazioni mafiose, qualità e sicurezza del lavoro. Purtroppo tutti questi dubbi nascondono una verità e cioè che nel nostro Paese manca un’alternativa politica credibile rispetto al pensiero che  negli anni si è cementato e che oggi fa apparire tutte le decisioni come immodificabili e di fronte alle quali è necessario piegarsi.

La mancanza di un’idea diversa di sviluppo che possa riportare al centro dell’agire collettivo la necessità di garantire occupazione nel pieno rispetto dell’ambiente e della salute dei cittadini è quanto mai attuale visto quanto sta accadendo, ma è solo un esempio, all’ILVA di Taranto. La Fiom Cgil da tempo sostiene la necessità di avere, nel nostro Paese, una politica industriale che tenga conto di questa volontà non più rimandabile di tornare a progettare il futuro in termini di sostenibilità con al centro la persona e i suoi diritti, dove per restare all’esempio lavoro e ambiente devono e possono coesistere.

Serve una discontinuità con il passato recente anche e soprattutto da un punto di vista culturale, dove i danni sono stati tanti e pesanti in questi anni di vuoto assoluto, che sostenga l’importanza della ricerca, il rispetto dell’ambiente, la centralità del lavoro, il diritto alla rappresentanza, la partecipazione democratica delle persone sulle questioni che li riguardano.

Democrazia, diritto di rappresentanza, difesa dell’ambiente, lavoro sono i temi sui quali la Fiom Cgil quotidianamente imposta il suo agire. Da qui il legame con chi sta conducendo una battaglia democratica per tutelare i propri/nostri  diritti al fine di riaffermare la volontà di potersi esprimere su questioni che ci riguardano tutti.

Il tentativo di contrastare la realizzazione di un’opera ritenuta dai cittadini e dai lavoratori di Serravalle S. e della basse Valle Scrivia, non necessaria e dannosa , porta la Segreteria della FIOM CGIL di Alessandria a formulare il proprio sostegno e adesione alla manifestazione di sabato 6 Ottobre a Serravalle Scrivia organizzata dal movimento no tav – no terzo valico.