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Dolci terre No Tav

Nella foto - Laboratorio Sociale Alessandria

Com’è come non è, buona parte degli espositori alla prestigiosa rassegna enogastronomica “Dolci terre di Novi” hanno deciso di loro spontanea volontà di esibire cartelli inneggianti alla difesa del territorio dal Terzo Valico. E non solo, hanno pure chiesto ai comitati dei volantini da distribuire agli stand! Che incredibile impudenza! Pare che il sindaco Robbiano non l’abbia presa molto bene e si sia diretto alla kermesse per cercare di distogliere gli espositori dall’insano proposito. Pare che ora, dopo un anno di silenzio di fronte al fiorire di bandiere No Tav in tutta Novi, in particolar modo nelle campagne, voglia parlare con gli agricoltori. Si sente odore di peli bruciati, e non quelli della barba.

Anche l’assessore all’agricoltura Parodi, dopo aver presenziato all’ultima assemblea pubblica a Novi indetta dai comitati ed essere stato duramente criticato, ha rilasciato dichiarazioni da No Tav consumato. Come sempre, a palazzo si teme la rabbia non dei pensionati, dei giovani o delle casalinghe, ma quella di chi rappresenta i settori produttivi, chi conta, chi dà endorsement, chi sponsorizza. Che ne sarà del cece di Merella, fiore all’occhiello della campagna novese, se i lavori del terzo valico distruggeranno le falde acquifere? Come faranno gli agricoltori a irrigare i loro campi se nello Scrivia galleggeranno gli stronzi di 4-500 operai misti ai risciacqui delle betoniere? E le case di terra cruda, ah, che belle. Vestigia di un passato a bassa velocità che testimonia intelligenza e operosità contadina, per non parlare del lustro che i relativi progetti di tutela, libri, convegni hanno portato alla città di Novi. Insomma un bene comune da preservare con ogni mezzo necessario. Come conciliarle con un treno che sfreccerà loro accanto a 250 chilometri all’ora? Difficile che qualcuno in Comune possa rispondere a queste domande.

Dolci terre, quest’anno il tema della rassegna è il cioccolato. Il cavalier Repetto, patron della Novi, l’anno scorso si è strappato le vesti per impedire l’insediamento di una fabbrica di tonno in scatola, rea di impuzzargli il cioccolato. Ora chi glielo spiega che dietro ai suoi preziosi capannoni è previsto un cantiere enorme che solleverà cemento, polvere e scarichi di camion per anni? Se tira fuori lui i cartelli No Tav per il sindaco son dolori.