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Ma dite qualcosa di sinistra

Nella foto - Laboratorio Sociale Alessandria

di Antonello Brunetti

Un bell’Osservatorio tecnico ambientale e sono tutti contenti!

Il Terzo Valico è nato nell’immondezzaio tangentizio degli anni 1989-1991;

non ha alcuna giustificazione;

non è minimamente interessato a migliorare le ferrovie utilizzate dal 95% degli utenyi (ossia dei pendolari);

regala a pochi risorse economiche gigantesche necessarie come il pane per ben altre cose;

fa danni irreversibili alla natura e all’ambiente;

favorisce il solito ricatto “ ti do qualche posto di lavoro, qualche rotatoria e tu taci su condizioni dei lavoratori e sulla salute delle popolazioni coinvolte;

usa uno spiegamento massiccio di risorse (e di frottole) per favorire acquiescenza.

Ma lasciamo perdere le mille falle di questa sgangheratissima carretta del Terzo Valico e analizziamo le ultime prese di posizione da parte dei sindacati e del PD.

Costoro non hanno mai accettato un dialogo, un incontro con chi aveva perplessità su quest’opera e presentava proposte alternative. L’atteggiamento era assai vicino alla derisione.

Ora, dinanzi alla iniziativa della marcia di domani ad Arquata, con la partecipazione di due sindaci, della FIOM e di fronte al successo di presenze alle assemblee tenutesi a Novi, ad Alessandria, a Tortona, a Voltaggio e in val Polcevera, ecco che ribadiscono ancora una volta il loro SI, però chiedendo un Osservatorio ambientale.

Ho alle spalle un po’ di annetti e di esperienza e so benissimo che questo è il solito trucco per far credere di essere aperti al confronto. Non ho mai visto un osservatorio ambientale funzionare: o non vengono convocati, o escludono le componenti critiche, o chi li presiede cambia ogni sei mesi, insomma l’inutilità personificata.

IL PD

IL PD di Borioli, Muliere, Barisone afferma che senza il Terzo Valico l’Italia andrà a rotoli (“ è un’opera strategica per lo sviluppo dell’Italia”).

Daniele Borioli aggiunge “uno studio approfondito costi/benefici fatto da esperti esterni potrebbe fare chiarezza su questo punto”.

Ma benedetto figliolo, il capo dell’Italfer Mauro Moretti da cinque anni dichiara che questa linea al massimo darà una resa del 15% e quindi ogni anno noi tutti pagheremo l’85% di questa linea inutile, la sesta che unisce la Liguria alla pianura padana. Il costo di costruzione sarà tutto a carico nostro e ogni contribuente italiano dovrà essere salassato di 350 euro per costruire questa linea che costa 135.000 euro al metro. Cosa vuoi sapere di più?

Il consigliere regionale Rocchino Muliere accenna a san Bovo di Novi e agli operai dei  cantieri che riempiranno i ristoranti locali . Ma brava gente, leggetevi per bene quel pasticciaccio di progetto bocciato già tre volte nel 1994, nel 1998 e nel 2000. Leggerete che di San Bovo non si dice pressoché nulla (a parte un deposito di smarino) e che i cantieri saranno totalmente autosufficienti.

Buffo poi il riferimento ai pendolari che avranno treni favolosi tutti per sé dopo la costruzione della TAV che libererà le linee dai treni merci. Che bubbola! Non si investe un euro per i pendolari, si taglia dappertutto, si chiudono tratte importanti; non si fa un intervento prioritario come il quadruplicamento della Tortona-Voghera. E tutto questo nel deserto dei trasporti merci. Infatti sono ridotti ai minimi termini i convogli merci, spesso soppressi per mancanza di carichi e i teu che la Genova-Milano doveva muovere nel 2010 (previsione del 1996) non sono affatto quattro milioni, ma poco più di centomila ( i tre valichi attuali hanno una potenzialità di 2.400.000 teu).

Simpatica come il mal di pancia l’affermazione finale in una intervista apparsa oggi sulla Stampa: “Andrete a sentire domani ad Arquata cosa dicono i NO TAV!” – Siamo tutti impegnati con la riunione del Regionale!”

I SINDACATI

Un po’ più cauto l’atteggiamento dei tre sindacati confederali, con preoccupazioni per la questione amianto, per la mancanza di trasparenza, per le falde. Ma poi ecco ripiombare nelle solite cose. Occorre fare la valutazione costi-benefici; occorre un osservatorio tecnico-ambientale; occorre far capire alla gente l’importanza strategica e nazionale del collegamento Genova-Rotterdam.

IERI SERA A VOLTAGGIO

Grande successo di pubblico e di attenzione dell’assemblea nelle scuole elementari

Relazioni di Mario Bavastro, Gianni Repetto e Dario Ballotta

Qui sotto il testo del volantino diffuso

Dieci ragioni per dire No al Terzo Valico

Sì al rilancio delle Ferrovie

1)                  1991: un avvio immorale – I lavori per l’Alta Velocità vengono assegnati senza alcun appalto, previa una tangente del 4% ad alcuni partiti (dichiarazione di Lodigiani). La TAV spa viene costituita con il 40% di finanziamento pubblico e il 60% di finanziamento privato soltanto per non dover passare attraverso la gara d’appalto. Nel 1998 la TAV diventa di totale proprietà del gruppo FS: lo Stato si accolla così tutti i costi, i privati si prenderanno tutti i profitti.

2)                  Non è utile – Esistono già 5 linee tra la Liguria e la valle Padana utilizzate soltanto al 30% della loro reale capacità. Esse sono in grado, già allo stato attuale, di trasportare 2.400.000 container all’anno (dichiarazione di Moretti, amministratore delegato di RFI).

3)                  Si fanno previsioni del traffico fantasiose – Le previsioni del traffico dei progettisti si basano sul concetto della crescita infinita. Nel 1996 si prevedeva una crescita del 18,5% annuo del traffico di merci voluminose, ma in realtà da allora è stato solo del 2% annuo. E nel 2011 i container movimentati nel porto di Genova sono stati soltanto 1.840.000, meno di quelli del 2007, 1.855.000.

4)                  Basterebbe addirittura un solo Valico – L’Authority del porto di Genova fornisce il seguente dato: annualmente viaggiano su treno, da Genova verso Nord, soltanto 64.400 container, il resto va su gomma. Se si facesse anche qui da noi ciò che hanno fatto altri stati europei e s’imponesse il 20% obbligatorio di trasporto ferroviario per i container si arriverebbe tutt’al più a 368.000 annui, quantità che potrebbe smaltire da sola una delle due linee dei Giovi.

5)                  Il 95% dei pendolari utilizzano i treni su percorsi brevi – Eppure, per questo genere di trasporto viene utilizzata una percentuale minima degli investimenti: tutti i finanziamenti vengono concentrati verso l’Alta Velocità, che riguarda solo il 5% dei passeggeri. La sproporzione è clamorosa: 95% dei finanziamenti a un servizio che riguarda il 5% degli utenti, 5% dei finanziamenti a un servizio che riguarda il 95% di utenti.

6)                 Ma quanto costa l’Alta Velocità? – Il costo preventivo dei 54 chilometri del Terzo Valico è di 6 miliardi e 200 milioni di Euro (la cifra corrisponde esattamente a quella “tagliata” per le pensioni), ossia 115 milioni di Euro a chilometro: otto volte di più di quanto ci raccontavano nel 1992..

7)                  Infiltrazioni mafiose – Recenti intercettazioni, mandate in onda nella trasmissione televisiva “Presa diretta”, hanno rivelato la connessione tra ’ndrangheta e un politico di spicco che prometteva ai suoi interlocutori appalti sulla Torino-porto di Genova e sulla Genova-Milano (Terzo Valico). Ma questo l’avevano già ripetutamente detto, a proposito delle altre tratte dell’Alta Velocità, il giudice Fernando Imposimato nel suo libro “Corruzione ad Alta Velocità” e Ivan Cicconi nel “Libro nero dell’Alta Velocità”. Perché nessuno dei politici li ha mai ascoltati?

8)                  Danni ambientali – La galleria lunga 39 chilometri intercetterà molte falde d’acqua provocandone il prosciugamento come è già avvenuto nel Mugello: lo scavo della galleria tra Firenze e Bologna sotto gli Appennini ha causato 57 chilometri di fiumi in secca, 37 sorgenti prosciugate e 5 acquedotti fuori uso con i Comuni costretti a rifornire le popolazioni con autobotti. Sarà un inferno di deforestazioni, di abbattimenti di case, di enormi cantieri, di sventramenti per creare nuove strade, di rumore, di polvere, di avanti e indietro di centinaia di camion di giorno e di notte per almeno una decina d’anni a ridosso dei centri abitati.

9)                  L’amianto che uccide – Le analisi hanno già confermato in occasioni precedenti la presenza di rocce amiantifere nel tratto montano Voltri-Val Lemme. Anche nel tratto della nuova galleria i geologi ipotizzano una forte presenza di tali rocce per cui milioni di metri cubi di smarino (il materiale che verrà scavato nel tunnel) contenente amianto costituiranno un pericolo per la salute dei lavoratori e per le popolazioni interessate dal passaggio dei camion e dalle discariche. Minimizzare il problema come qualcuno cerca di fare vuol dire comportarsi come coloro che per anni hanno consentito alla Eternit di lavorare nonostante fossero a conoscenza dei rischi mortali per i lavoratori e le popolazioni circostanti.

10)              I progetti fasulli dal 1992 ad oggi – Finora sono stati redatti e cestinati 3 progetti (1994; 1998; 2000), per un costo complessivo di almeno 300 miliardi di vecchie lire, compresi i famosi e chiacchieratissimi fori pilota di Voltaggio e Fraconalto del 1997 bloccati dalla magistratura con l’accusa di truffa aggravata.

È credibile della gente che lavora in questo modo?

Dobbiamo muoverci e rinvigorire la lotta raccontando alla gente a quale sperpero di denaro pubblico e a quale disastro ambientale andiamo incontro con il Terzo Valico e rilanciare l’alternativa ecologica e sociale, più compatibile con la situazione economico finanziaria del nostro paese, di trasporti ferroviari efficienti e a basso costo per passeggeri e merci