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Roma

Nella foto - Laboratorio Sociale Alessandria

Premetto che andare alle assemblee nazionali di movimento mi piace un sacco. Mi piace.

Veniamo ai fatti salienti.

Parto da Alessandria alle ore 22:59 di sabato sera. Un notturno per Salerno. -Notturno- non so se si usa ancora per definire quei treni, fatto sta che parte di sera, si viaggia di notte, si arriva al mattino quindi è effettivamente notturno; se si scende a Pisa o Livorno non si arriva al mattino ma di notte e, quindi, ora ho il forte dubbio che questo nuovo dato possa inficiare o rinforza la mia tesi. Fatto sta e per chiarezza con il lettore decido che il suddetto treno sarà il Notturno.

Cerco quindi il posto sul Notturno. Ah, ha gli scomparti da 6 che sono un bellissimo ricordo. Mi fanno venire in mente il racconto di Maupassant che si svolge in una carrozza, non so se la redazione lo vuole linkare. Fate voi. Comunque entro nello scomparto. Un solo viaggiatore che dorme coricato sui tre sedili di sinistra. Senza scarpe. Ottimo, ha sdoganato tutto ciò che avevo in mente da prima. Via le scarpe e mi corico pure io. Si dorme un po’ fino a che non iniziano, all’improvviso, ad entrare uomini, donne, valigie… Che rottura de cojonj, peggio dei fascisti. Ma siamo tolleranti e pure chi ha invaso il nostro nido ha il diritto di sedersi. Il notturno fa fermate: chi sale, chi scende insomma quello che succede in treno. Dati politici, sociali, considerazioni? Nulla da annotare se non che passano tutti i colori del mondo… e mi piace. Giungo a Roma Ostiense alle 5:20. L’assemblea è convocata alle 10 e 30… orari romani, si inizierà a mezzogiorno e mo’ che cazzo faccio?

Decido da buon alessandrino puntuale di andare già ad Atlantide. Un po’ di metro, un po’ a piedi, fatto sta che alle 6:20 sto davanti al posto. E qui inizio a pormelo seriamente il problema di che cazzo fare. Sono nato in un paese di 5000 abitanti quindi necessito di punti di riferimento… cento metri di qua e ritorno ad Atlantide, cento di là e ritorno ad Atlantide. Non è passata manco mezzora. Apro Google maps e vedo che sto a San Lorenzo. Bene bene… e qui faccio parlare le foto.

Un’oretta a spasso per i Volsci. E torno ad Atlantide, mi siedo davanti alla porta… passano 2 ragazzi. Siga? Certo. Che fai? Aspetto di fare riunione. Se ne vanno. Passa un‘altra mezzora buona. Li vedo ritornare. E uno dei due mi fa: “Ma se stai ancora ad aspettà quelli che dovevano venì non vengono più…”. Bofonchio che sono in anticipo. Dato politico: non ho visto panchine, non avrò osservato bene. Decido, essendo le 8:40 di andarne alla ricerca… ho sonno. Dato politico: giro parecchio senza trovarne.

Finalmente ecco un parchetto. Mi accomodo, mi bardo e penso a Marcovaldo. Dormo fino a che non mi sveglia un ragazzo, dall’accento immagino possa essere pakistano. Il paki mi domanda se va tutto bene, se mi serve qualcosa e quindi mi invita a prendere un caffè nella panchina poco più in là dove un altro ragazzo sta aprendo un thermos… un ottimo risveglio, ringrazio, saluto e mi dirigo finalmente ad Atlantide, sarà assemblea.

Si discute molto. L’assemblea vede succedersi interventi che ruotano intorno alla merda che sta scritta nel decreto Salvini. Il tempo della risposta è adesso e diventerà materiale il 10 novembre a Roma. Questa la parentesi seria dell’articolo, l’assemblea assume l’attacco al governo giallo verde e prova a dare una risposta efficace.

Torniamo al viaggio, al mondo che sta fuori, al mondo che tocchiamo.

Politicamente una e una sola riflessione mi viene da fare. Vogliono che si abbia paura, di tutto.

Per quel poco che conta vi assicuro che si può uscire di casa, sfidare la notte, arrivare a Roma tra migranti, italiani e chi più ne ha più ne metta.

Perché se ami le strade, sono anche tue.

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Autore

Egio Spineto