Pare che sui treni vengano dimenticati gli oggetti più impensati. In un comunicato di Trenitalia di alcuni anni fa si legge di borse, zaini, cellulari, libri, sciarpe. Ma incredibilmente nell’elenco ci sono anche dentiere, stampelle, quadri, parrucche, scarpe. Ora, a parte il caso delle dentiere, per il resto una distrazione può capitare a tutti. Ma se sei un pendolare, hai praticamente la certezza che prima o poi qualcosa la dimenticherai. Sei salito che pioveva e durante il viaggio torna a splendere il sole? Addio ombrello. Stamattina presto faceva fresco per cui sei partito con il giubbotto ma sul treno di ritorno c’è una temperatura da altoforno? Ecco la giacchetta che prosegue il viaggio senza di te. E così via. A me è successo con un borsone. Lo zainetto no, non lo potrei mai dimenticare. E’ il mio fedele compagno di viaggio da così tanti anni che ormai siamo un tutt’uno. Fa praticamente parte del mio corpo. Quel giorno però avevo con me anche una grossa borsa. Lasciata regolarmente sul portabagagli all’arrivo. Me ne rendo conto all’improvviso, a metà mattinata, mentre sono al lavoro. Corro a Porta Nuova e mi precipito all’Ufficio Informazioni. Perché sì, e qui mi rivolgo ai neopendolari, anche se vi sembra un lusso impensabile, fino a qualche tempo fa a Porta Nuova esisteva addirittura un Ufficio Informazioni vero e proprio. Dunque, entro di corsa in questo Ufficio e spiego la situazione all’addetta. “Su che treno viaggiava?” mi chiede. “Quello in arrivo da Genova alle 8,28”. Sul suo volto si dipinge una smorfia di disgusto. Un regionale… Mi pare si scosti anche un po’ nel caso che, in quanto pendolare su un treno locale, dovessi avere un cattivo odore. “Mi spiace, il servizio di ricerca oggetti smarriti è previsto solo per le Frecce”. Queste sono le sue parole. Che però, tradotte in pratica, significano qualcosa del tipo: “Brutto pezzente di un pendolare regionale, dimentichi il tuo sacco di stracci su una tradotta anteguerra e vorresti pure che te lo cercassimo? Ma ringrazia che non te lo lanciamo fuori dal finestrino del treno in corsa!”. Comunque, all’Ufficio Informazioni niente da fare. Provo allora alla Polfer. Senza risultati anche qui. Uscendo incontro un capotreno che conosco. Dice che gli spiace, ma anche lui non ha idea di come aiutarmi. Mi sto allontanando ormai rassegnato quando, in testa ad un binario, riconosco uno degli addetti alle pulizie dei treni. Ci incrociamo da anni, e un paio di volte abbiamo fatto due chiacchiere. Mi avvicino e gli spiego la situazione. Chissà che non sia passato proprio lui sul treno in cui ho dimenticato la borsa. Invece no, ha appena iniziato il suo turno. Però si attiva subito per cercare di aiutarmi. Telefona al suo capo e si fa dire chi si è occupato della pulizia del treno incriminato. Chiama un altro suo collega, si fa dare il numero della persona che stiamo cercando, e alla fine riesce a parlarci. Ed ecco risolta la cosa! La borsa fantasma è nel loro spogliatoio, dove ogni tanto portano gli oggetti dimenticati dai passeggeri, proprio nel caso si presenti qualcuno a cercarli. “Aspettami qui, vado a recuperarla”. Tempo dieci minuti e ho di nuovo con me il borsone. Lo ringrazio e, resistendo alla tentazione di abbracciarlo, lo invito a prendere un caffè. Non può, perché è appena arrivato il treno di cui deve occuparsi e ha il tempo contato per farlo. “Allora alla prima occasione ricordati che ti devo un caffè!”. Torno a lavorare con il mio bagaglio. Con una nuova certezza. Che ai viaggiatori delle Frecce Trenitalia fornisce un servizio di ricerca oggetti smarriti, ma che gli addetti alle pulizie treno più fighi ce li abbiamo noi dei treni regionali.
Il racconto di un uomo qualunque impegnato in una quotidiana impresa eccezionale:
viaggiare da Alessandria a Torino con un treno regionale
Ascolta “Il pendolare e la borsa smarrita”
Musica tratta da Oceans Eleven Soundtrack – Swat Team Exit
Autore
Fabio Bertino
ph. Paolo Gambaudo