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Negazionismo: chi si nasconde dietro alle bugie sul clima

Nella foto - Laboratorio Sociale Alessandria

Forse è solo una mia impressione, ma a volte mi pare che l’attività delle lobby, secondo la parlata comune, sia percepita come un qualcosa di fumoso, difficilmente verificabile, che sconfina quasi nel complottismo.
Pensandoci meglio, questo alone di misterioso, di indefinito, che circonda le lobby è forse uno dei loro maggiori successi, proprio perché quest’immagine che proiettano all’esterno rende da un lato il loro operato meno comprensibile agli occhi dell’opinione pubblica, d’altro lato espone chi le critica al dubbio da parte del pubblico stesso, al rischio di essere considerato inattendibile.
In realtà è tutto molto più semplice e banale, e non ci sono complotti o dietrologie.

Le lobby sono agenzie che occupano uffici in edifici prestigiosi nei paraggi di palazzi governativi, ed al loro interno troviamo tanti avvocati, economisti, scienziati, ingegneri, docenti universitari ed esperti di vari generi, firme di articoli sulle più importanti testate. E naturalmente politici. Queste persone lavorano nelle lobby per un motivo, uno scopo: rimuovere gli ostacoli all’accumulazione di profitto da parte dei capitalisti dai quali sono pagate, colossi industriali o finanziari che siano.
Se l’ostacolo proviene dalla politica, viene generalmente risolto a livello monetario, volgarmente con i soldi: o mediante donazioni e fondazioni diciamo “filantropiche”, o semplicemente con la corruzione del politico di turno che occasionalmente, per propaganda, si mette di traverso. Come dire, qualcosa che sa di già visto.
Se invece l’ostacolo è rappresentato da una legge viene direttamente aggirato, la normativa ignorata. Se l’elusione dei regolamenti legali non è possibile, si paga una sanzione che generalmente ammonta a cifre ridicole, pochi punti percentuali di fatturato annuo… come se un comune salariato dovesse pagare una multa da 200€ per aver dato fuoco ad una scuola elementare.
Ma quando il problema da neutralizzare nasce dall’opinione pubblica, la strategia prediletta è la contro-informazione, la manipolazione della realtà. Manipolando la realtà si banalizzano le questioni, si nascondono le responsabilità, si negano i problemi. Da qui negazionismo.

Il tema centrale, il dramma dei nostri giorni è il riscaldamento globale, i cambiamenti climatici che stanno sconvolgendo gli ambienti della Terra, con tutte le persone, gli animali e le piante. Ed è un disastro che stanno cercando di negare.
Sembrerebbe logico poter dire: “Ma chi è che può desiderare la fine della civiltà, della vita sulla Terra come la conosciamo?”
Ebbene, ci sono dei professionisti, degli scienziati affermati nella comunità internazionale, che da più di 30 anni lavorano assiduamente, con mezzi finanziari pressoché illimitati, per negare i risultati delle ricerche sull’innalzamento delle temperature e screditare gli scienziati autori degli studi.
Sono pseudo-esperti che al tempo lavoravano per le lobby del tabacco allo scopo di delegittimare gli studi sui danni correlati al fumo, mentre oggi offrono i loro servigi ad un altro padrone, la Big Oil, la lobby dell’industria petrolifera… tra l’altro, come se tra fumo e clima ci fosse una qualsiasi vaga contiguità scientifica.

L’attore principale, chi finanzia questo crimine totale (e totale lo è veramente, perchè danneggia la civiltà umana e la natura tutta), è Exxon. La regina delle 7 sorelle (oggi solo 5) del petrolio, la più grande e aggressiva, un emblema della prepotenza americana, fondata niente meno che dalla famiglia Rockefeller, simbolo storico del grande, grandissimo capitale. Sede a Houston, Texas.
Exxon studia i cambiamenti climatici dagli inizi degli anni ’80, e le sue previsioni sia sull’innalzamento delle temperature, sia sulle emissioni di CO2 risultano ancora oggi di una precisione impressionante. Exxon fattura 500 miliardi di dollari all’anno, nella classifica dei PIL nazionali sarebbe 25esima, dopo il Belgio e prima della Thailandia. Può comprare gli scienziati e le università migliori, basti pensare alle donazioni al dipartimento di studi energetici di Harvard o del MIT di Boston, templi dell’accademia statunitense, controllati di fatto da Big Oil.
Poco importa se gli scienziati siano pagati per produrre solo fumo e fango, senza alcun dato scientifico rilevante: l’importante è che siano quotati, che riescano ad influenzare mass media ed opinione pubblica. E ci riescono bene.
Logicamente l’appoggio politico è stato immediato, sinergico ed armonioso: i repubblicani, la destra americana, di cui diversi quadri dirigenti hanno proficui interessi nel petrolio (Rex Tillerson e Condoleezza Rice tra i più noti, per non scomodare i Bush sia il vecchio che il figlio) si sono fatti immediatamente paladini del negazionismo climatico, foraggiando campagne di disinformazione contro le normative ambientali esistenti, peraltro ampiamente insufficienti. Dagli anni ’90 fino all’odierno Trump, che alla prima bufera di neve invernale newyorkese ebbe l’idiota, risibile quanto macabra impudenza di dire qualcosa come “Contenti? Io tutto questo riscaldamento non lo vedo!”.
Paul Krugman, americano, premio Nobel per l’economia e certamente non simpatizzante anarco-anticapitalista, probabilmente la descrive al meglio: “Possiamo credere che Trump ed i suoi accoliti stiano svendendo l’America per tornaconto personale. Ma se parliamo di clima, non stanno svendendo solo l’America: stanno svendendo il mondo intero”.

Il paradosso assurdo, che oggi più che mai assume risvolti angoscianti, è che in origine Exxon studiava il riscaldamento globale per valutare i potenziali danni causati dall’innalzamento del livello dei mari. Sembrerebbe un motivo giusto. La preoccupazione principale era la possibilità di danni alle piattaforme petrolifere e non le conseguenze per le popolazioni e gli ecosistemi, ma ciò non toglie che Exxon abbia finanziato, in tempi non sospetti (primi anni ’80) il primo centro studi dedicato esplicitamente a questo fenomeno.
In seguito però, più o meno dopo il protocollo di Kyoto (1997, primo trattato internazionale del riscaldamento causato dalle emissioni di CO2, i cosiddetti “gas serra”), Exxon e la sua lobby sguinzagliarono frotte di scienziati, corrotti ma quotati, in una sistematica campagna di disinformazione, per appunto negare, o quanto meno minimizzare, le disastrose conseguenze ambientali che già oggi stanno sconvolgento gli equilibri del nostro pianeta.
Perchè tanto impegno nel nascondere un problema così drammatico? Per evitare sanzioni legali? Per mantenere il predominio sui mercati? No, o per lo meno non solo. La realtà è che Exxon (come del resto le altre big del petrolio Shell, Chevron, Bp, Q8, non dimentichiamocelo) può guadagnare altri miliardi e miliardi di dollari grazie al riscaldamento globale.
E perchè? Perchè se si sciolgono i ghiacci polari, giacimenti petroliferi prima inaccessibili appunto in quanto coperti da centinaia di metri di ghiacci diventano ora magicamente raggiungibili, e quindi profittevoli. Di conseguenza i cambiamenti climatici, il riscaldamento dovuto alle emissioni di CO2, non devono essere un problema.
E di fatto non lo sono: sono già in corso accordi con Putin per lo sfruttamento di pozzi petroliferi nella zona russa dell’Artico (e la Gabanelli ha parlato di similari interessi cinesi).
Anche qui ci guadagneranno tanto, ma in molto pochi. Si tratta di svendere la vita sul pianeta, ma ci sono tanti scienziati che dicono che la colpa non è dell’uomo, e troppe persone distratte o ingannate disposte a crederci o a non pensarci proprio.

 

Fonti
https://www.linkiesta.it/it/article/2019/05/17/negazionisti-cambiamento-climatico/42168/
https://www.ilsole24ore.com/art/il-divorzio-fatti-negazionisti-climatici-AE2D92RG
https://www.ilfattoquotidiano.it/2015/10/13/exxon-e-i-cambiamenti-climatici/2122514/
https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2012/05/04/il-complotto-del-clima-effetto-serra.html
http://www.rinnovabili.it/ambiente/exxon-crisi-climatica/
https://www.reteclima.it/la-exxon-mobil-finanzia-ancora-gli-eco-scettici-negazionisti-climatici/
https://www.valigiablu.it/compagnia-petrolifera-inchiesta-guardian/
https://www.ilpost.it/2019/06/12/mobil-finanziamenti-universita-gruppi-ricerca-contro-leggi-ambiente/

Autore

Daniele Trovò