
In questi giorni il dibattito politico si è concentrato sulla stesura del programma di governo sottoscritto da Lega e Movimento 5 Stelle.
Quello che è uscito dal vaglio finale dei due leader è un contratto nel quale le istanze, le parole d’ordine, la xenofobia latente e a tratti palese portata in dote dalla Lega emergono pienamente.
Di fronte ad un impianto così smaccatamente securitario, giustizialista e repressivo risultava difficile, se non eticamente sbagliato, cercare la parte riguardante il Terzo Valico e le Grandi Opere.
La curiosità però era molta e nasceva dal vedere come persone che da anni sbandierano il fatto che il sistema Grandi Opere rappresenti uno dei cancri del paese, avessero presentato la questione.
“Dire che non l’hanno presentata – commenta Egio Spineto del Movimento No Tav Terzo Valico – sarebbe troppo facile. Hanno omesso premesse, contorni e sfaccettature di questo sistema. Hanno salvato un centesimo di faccia sulla questione della Val di Susa, l’hanno persa tutta sul Terzo Valico.”
Il Movimento 5 Stelle ha, in questi anni, costruito buona parte delle sue fortune elettorali e del consenso territoriale sulla partecipazione a mobilitazioni in difesa del territorio, contro lo spreco e la devastazione che alcune grandi opere rappresentano.
In molte battaglie contro le grandi opere, inoltre, alcuni attivisti pentastellati si sono resi disponibili a fare la loro parte e hanno attraversato i movimenti territoriali e le loro istanze.
Eppure, il contratto di governo siglato in queste ultime ore da Di Maio e Salvini recita: “I principali porti italiani debbono avere lo status di porti gateway (aree di sdoganamento merci) e non porti transhipment (di solo passaggio tra una nave e l’altra). Uno status fortemente pregiudicato dalla recente legislazione sul riordino portuale.
Senza un’adeguata rete di trasporto ad alta capacità non potremmo mai vedere riconosciuto il nostro naturale ruolo di leader della logistica in Europa e nel Mediterraneo.
È necessario inoltre favorire lo switch intermodale da gomma a ferro nel trasporto merci investendo nel collegamento ferroviario dei porti italiani.”
Se in riferimento alla Linea ad Alta Velocità Torino- Lione viene espresso l’impegno a ridiscutere integralmente il progetto, sulla questione specifica del Terzo Valico, secondo Egio, in questo testo “è emersa chiaramente la posizione della cordata Toti-Lega che fa della falsa retorica intorno ai porti, con i relativi riferimenti alle linee ad alta capacità, la base e il nucleo per continuare la costruzione dell’opera. Che dire, i posti di potere che si materializzano all’orizzonte hanno fatto si che si abbassasse la testa? L’amianto che respiriamo vale meno di una poltrona?”
Il Movimento No Tav Terzo Valico ha già commentato in via ufficiale il cambio di rotta del M5S rispetto alla costruzione dell’opera ed è lecito chiedersi cosa accadrà ora che i 5 Stelle, probabilmente, andranno ad occupare gli scranni del potere.
“Andremo avanti – assicura l’attivista – Non è mai stato nostro uso delegare. Il percorso iniziato quasi sette anni fa non ha mai fatto sconti a nessuno e da oggi i contraenti di quel contratto verranno considerati parte integrante di un sistema, quello delle grandi opere, marcio dalle fondamenta.”
Lo ha ribadito il movimento tutto che, sabato 19 maggio, si è dato appuntamento in Val di Susa.
“Ovviamente siamo partiti anche da Alessandria – racconta – e da tutto il basso Piemonte per partecipare al corteo da Rosta ad Avigliana durante il quale si è sancita ancora una volta la vicinanza e l’amicizia tra le lotte territoriali. Dal palco è stato riaffermato che nessuna lotta può essere sacrificata, che il patto ideale non scritto – che vale molto di più degli accordini di governo controfirmati e bollati – vede il sistema grandi opere come un moloch che si manifesta in forme differenti (Tap, MUOS, Tav, TRIV…) e per abbatterlo a latitudini diverse lottiamo.”
I prossimi passi sono già stati individuati. “Partiamo da mercoledì 30 maggio con un’assemblea pubblica a Genova nella quale si proveranno a immaginare nuove coordinate e nuovi passaggi di lotta. Si farà un’attenta e precisa disamina tecnica del progetto perché come è stato ampiamente dimostrato siamo in grado, grazie a molti tecnici, di smontare passo passo le loro bugie.”
L’impressione è che si stia aprendo una nuova fase che vedrà un movimento No Terzo Valico ancora più determinato a svelare le contraddizioni di chi fino a ieri sventolava la bandiera bianca con la scritta rossa, mentre oggi firma un contratto che fondamentalmente sancisce l’importanza strategica dell’opera.
“La strada è lunga, non facile – conclude Egio – ma le migliaia di persone che hanno manifestato contro lo scempio del territorio sanno che da questa lotta passa il futuro dei nostri figli.
a cura della Redazione