Il 1 aprile 2018, iniziava la nostra storia…
“Si legge quindici centoventuno e ha a che fare con la città in cui abbiamo immaginato e iniziato a costruire questo progetto editoriale”.
Ad essere onesti avevamo iniziato a figurarci questa rivista qualche tempo prima, ma preferiamo pensare che la vera nascita di 15121 avvenne con le parole dell’editoriale che pubblicammo su quel primo numero:
“Siamo gli eretici del mondo dell’informazione – scrivevamo – perché non ci conformiamo all’unica analisi possibile, ma apriamo possibilità. Non ci interessano le storie ufficiali, ma quelle parallele. Instilliamo il dubbio, prima di tutto in noi stessi.”
In questo anno e mezzo di pubblicazioni settimanali (salvo qualche pausa motivata) abbiamo fatto del nostro meglio per narrare la realtà Con Altre Parole.
Contrastando narrazioni sbagliate e superficiali e sperimentando differenti stili e formati, non abbiamo mai smesso di incrociare altre traiettorie e di interrogarci.
E ad interrogarci abbiamo continuato anche nel corso di questa lunga pausa estiva, al termine della quale abbiamo deciso di tornare con una formula differente: da questo numero, 15121 diventerà un mensile.
Ci prenderemo un po’ più di tempo per ragionare ed elaborare articoli e approfondimenti che continueranno a raccontare il mondo come lo vediamo, con le nostre altre parole.
Tra le pagine virtuali di questi nuovi numeri troveranno ancora spazio le storie di chi forza i confini, di chi aggira o infrange la legge quando questa è ingiusta ma anche di libraie e librai, editrici ed editori, scrittrici e scrittori con Parole di carta. La rubrica supererà i confini nel nostro territorio – che come tutti i confini ci stanno stretti – per mostrarvi molti luoghi sotto un’altra luce. Con un nuovo percorso fatto di volti e storie dal titolo Cronache di un riscatto, racconteremo di personaggi che nel loro tempo sono stati istanti e porteremo quelle scintille come trascinate dal vento della storia ad accendere i fuochi delle rivoluzioni.
Non permetteremo alla politica ed agli stereotipi di asservirci ma continueremo ad indagare la prima e a combattere i secondi. E, soprattutto, continueremo ad attraversare le strade della mobilitazione e ad incrociare le lotte.
Siamo nati per osservare e dare voce, non per rimanere a guardare.
Autori e Autrici
Redazione