
Una cosa che trovo affascinante del trasporto locale è la varia umanità che vi si incontra. In questo senso un treno regionale è assolutamente democratico. Passeggeri di ogni età, nazionalità, professione. Ma ogni viaggiatore abituale sa che in questa varietà esistono delle categorie ben precise. Una vera e propria fenomenologia del pendolare.
Il primo tipo, nel quale chiunque viaggi regolarmente prima o poi finisce inevitabilmente per imbattersi, è anche il più temuto. E’ “L’invadente”. Un indizio infallibile per riconoscerlo è l’approccio. “E’ libero?” chiede indicando il posto di fianco a voi. Anche se in quel momento siete l’unico passeggero e il resto del vagone è completamente deserto. L’invadente sceglie le sue prede con cura. La vittima prediletta è quella che legge un quotidiano. Vi si piazza di fianco, e comincia inesorabilmente a commentare ad alta voce quel che state leggendo. Se poi si tratta di un articolo di politica o di sport è una vera apoteosi. L’invadente non commenta a caso, tanto per fare. Se si tratta di politica si orienta sul più triste qualunquismo. “Sono tutti uguali”, “non si può più andare avanti così”, e via su questo genere. Il viaggio è lungo, e non vuole giocarsi il suo trofeo con un commento sbagliato. Se invece state leggendo di sport, si mantiene sul vago. Perché è furbo, l’invadente. Vuole prima capire per quale squadra tifate. E se per cercare di sfuggirgli vi tirate il giornale fin sul naso, non si lascia di certo scoraggiare. Con assoluta nonchalance passa a commentare le notizie sulla pagina esterna. Con il tempo si è anche modernizzato. Pur prediligendo la carta stampata, si è adeguato alle nuove tecnologie. Avete un notebook o navigate in rete sul cellulare? Nessun problema. Lui sbircerà senza pietà. Facendo commenti anche sul vostro privatissimo profilo social. Se poi per liberarvene fingete un’inderogabile telefonata, chiamando in realtà un lontano cugino che non sentite da vent’anni, non solo ascolta sfacciatamente, ma annuisce, disapprova o sorride a seconda di quel che dite.
Ecco perché sui treni c’è sempre gente che sembra appisolata. Non stanno dormendo. Sanno che è l’unica possibilità per sfuggire all’invadente.
Il racconto di un uomo qualunque impegnato in una quotidiana impresa eccezionale:
viaggiare da Alessandria a Torino con un treno regionale
Ascolta “Fenomenologia del pendolare”
Musica – Alison Balsom “Trumpet”
Autore
Fabio Bertino
ph. Paolo Gambaudo