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Per un pugno di storie – VIII

Nella foto - Laboratorio Sociale Alessandria

(avventure trenodimensionali per giovani autostoppisti)
a cura di : !DORMOZERO!

Storia n°8

Nella foto - Laboratorio Sociale Alessandria

La prima volta che incontrai G. e L. fu a una serata in un centro sociale vicino al mio paese.
In quel periodo mi ero innamorato della musica Tekno, andavo in giro per tutto il nord Italia spingendomi dal venerdì alla domenica senza dormire. Prendere treni e non fare il biglietto, denunciare un improbabile smarrimento del portafoglio pur di non prendere la multa, era una costante di vita.
Nonostante fosse bellissimo muovermi senza alcuna barriera per raggiungere i più improbabili spazi occupati, non avevo mai incontrato qualcuno davvero degno di nota che mi stimolasse a tal punto da mettermi anche in contraddizione.
Le amicizie, o meglio, le conoscenze fatte in questi luoghi di perdizione non si erano mai evolute in vero affiatamento. Per questo motivo mi son sempre sentito un po’ fuori dalla dinamiche di certe serate. Mi è sempre piaciuto pensare di essere come un osservatore esterno, come una voce fuori campo che tutto vede e niente accusa.
Quando conobbi G. e L. cominciai a vivere davvero la scena del movimento Tekno.
La prima cosa che mi chiesero fu:

“Hai mai letto Hakim Bey?”

“No mai! Che cos’è?”

Scaricai un pdf da internet chiamato T.A.Z.
Un libro che spiega passo dopo passo quello che io vivevo ogni week end dentro agli Squat Party.
Ci scambiammo i numeri e iniziò una fitta corrispondenza fatta di notizie e spunti di riflessioni, stronzate goliardiche e grafiche. Avevo finalmente trovato qualcuno con cui potermi davvero aprire. Per una volta non sentivo la necessità di essere quello che ne sapeva di più, anzi era l’opposto.
Godevo nell’ascoltarli mentre si dilungavano in speculazioni filosofiche sui più disparati temi.

G. è una persona molto riflessiva che soppesa sempre le parole, difficilmente si riesce a contraddire una sua affermazione ma è sempre aperto alle novità e sopratutto ascolta con interesse anche se a parlare è il più stupido della compagnia. Impaziente e supernevrotico, non riesce mai a stare fermo, in un continuum spazio tempo che non lo lascia mai libero di dire:

“Ok… Non sto pensando a un cazzo”

L.invece è pragmatico, per lui il tempo va in funzione dello spettro solare. Si sveglia appena esce il sole e comincia come un treno a lavorare fino al tramonto. Per L. la meditazione è una totale perdita di tempo, preferisce l’azione. Anche se sbaglia sa di essere nel giusto perché non ha il tempo materiale per pensare all’errore che c’è subito qualcos’altro da fare. Deve toccare con mano sicura per vedere la realtà. A L. non interessano le speculazioni mentali o il semplice chiacchierare, purchè si facciano andare le mani.
E infatti mi chiede sempre quando ho intenzione di trovarmi un lavoro serio.

Insomma due persone completamente diverse nel modo di vivere la propria vita che, tuttavia, riescono a interagire a stretto contatto. Mi affascinava, nonostante il fuorismo, il fatto che riuscissero a portare avanti progetti personali davvero arditi.
Grazie a loro ho imparato a credere di più nelle mie capacità dialettiche, perché mi sono sempre dovuto impegnare un sacco per poter far valere le mie teorie senza farmele smontare pezzo per pezzo. Ho imparato a farmi carico dei miei mostri accettandoli, senza nasconderli sotto al tappeto. Discutendo ho imparato che non potevo sprecare la mia esistenza dentro a un rave, anche se sembrava la soluzione più semplice e diretta, quell’energia andava incanalata in qualcosa di più importante. Ed è proprio grazie a loro due che oggi sono la persona che sono.

Questo testo è una dedica a due persone che mi hanno cambiato, che mi continuano a cambiare, senza mai limitarmi nelle scelte e nelle azioni che decido di intraprendere.

A quei due fuoroni di G. e L., spero di avervi sempre affianco.

PS: come al solito sono in ritardo nella consegna e ovviamente G. non molla un attimo per ricordarmelo…mannaggia a Lui.

Autore

!DZ!