Indietro

Partito il ricorso al Tar contro il piano cave del Terzo Valico

Nella foto - Laboratorio Sociale Alessandria

Durante l’assemblea svoltasi venerdì 19 giugno presso la parrocchia di San Baudolino al quartiere Cristo si era deciso di ricorrere al Tar contro l’aggiornamento del piano cave del Terzo Valico resosi necessarrio a seguito del sequestro da parte della magistratura della cava di Castello Armellino. Venendo meno la cava al confine fra i Comuni di Sale e Tortona erano stati individuati come nuovi siti di conferimento dello smarino la cava Clara e Buona al quartiere Cristo di Alessandria, la Cava di Cascina la Bolla a Spinetta Marengo e la cava di Cascina Bettole a Pozzolo come sito di riserva. Questa decisione e il parere favorevole del Comune di Alessandria alla concessione delle cave aveva rinvigorito con forza la protesta nel capoluogo di provincia con il susseguirsi di molte assemblee e con la grande manifestazione di piazza svoltasi il 23 maggio per le vie di Alessandria.

Come è noto ogni impegno preso dal movimento viene poi onorato con serietà e nei giorni scorsi è partito il ricorso al Tar del Lazio firmato da una decina di cittadini di Alessandria, Spinetta Marengo, Pozzolo Formigaro e Castellazzo Bormida (Comune al confine della cava Clara e Buona) e dalle associazioni Anpana e Pro Natura Piemonte. Molte di più erano le persone che avrebbero voluto firmare il ricorso ma per rendere snella la burocrazia in caso di integrazioni si è scelto di limitare il numero dei sottoscrittori. L’incarico è stato affidato all’avvocato Crucioli e fondamentale è stato il contributo del Consigliere Regionale del Piemonte Paolo Mighetti a cui va un particolare ringraziamento.

Il contenuto tecnico del ricorso verrà presentato all’assemblea pubblica che si svolgerà questo venerdì presso l’ex taglieria del pelo di Alessandria, l’occasione in cui il Movimento No Tav – Terzo Valico deciderà i prossimi passi della mobilitazione alessandrina. L’obiettivo di sabotare il nuovo piano cave e di far saltare le autorizzazioni delle cave alessandrine è a portata di mano e, dopo le dichiarazioni di Arpa e l’esplosione dello scandalo amianto a Campomorone, la Giunta di Palazzo Rosso sembra iniziare a vacillare.

Ovviamente non vi è nessuna fiducia nelle parole di amministratori pubblici che hanno fatto trapelare sulla stampa che starebbero per cambiare idea sulla concessione delle cave alessandrine. Le parole stanno a zero, servono fatti concreti a partire dalla revoca del parere favorevole dato dall’amministrazione comunale di Alessandria. La lotta è ancora lunga e tortuosa e c’è bisogno dell’entusiasmo di tutti per bloccare lo scempio autorizzato da Rita Rossa e la devastazione territoriale rappresentata dal Terzo Valico. Fermarli è possibile e come sempre tocca a noi tutti farlo insieme.