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27 – 28 marzo, Isoverde è NoTav. Blocco dei mezzi e giornata in paese

Nella foto - Laboratorio Sociale Alessandria

da noterzovalico.org

Il ritrovo previsto nella sede No tav di Isoverde, venerdì 27, si è trasformato in breve in un blocco dei mezzi diretti al cantiere del Terzo Valico di Cravasco per un’oretta. Data la presenza di un gruppone di no tav a Isoverde, dopo poco non più “visibile” da nessuna parte e sfuggito agli occhi spioni della polizia, la Questura e la DIGOS si sono dovuti premunire per interrompere (in stretto contatto con COCIV e le ditte al lavoro), per quanto possibile, il traffico dei mezzi da e verso il cantiere, strategia questa già manifestata più e più volte nel corso di quest’anno (certe volte, in occasioni di iniziative ai cantieri annunciate, questi venivano fatti trovare direttamente chiusi e inoperanti)…

Così i mezzi pesanti e le betoniere che solitamente, in gran numero e a tutte le ore transitano in mezzo alle vie del paese sono rimasti fermi sui blocchi di partenza per un bel pò, impossibilitati così a caricare o scaricare. La logistica dei cantieri TAV a Genova prevedere infatti un traffico continuo da un cantiere all’altro lungo la val polcevera e la valverde, sull’asse San Quirico/Pontedecimo- Isoverde. Anche un piccolo blocco può avere effetti a catena.

Durante il blocco, i no tav han fermato e respinto un paio di furgoni con gli operai diretti al cantiere. Il gruppone si è poi allontanato tranquillo. L’iniziativa di ieri, oltre che causare un altro piccolo disturbo alla macchina del TAV, induce sicuramente riflessioni in merito alla volontà e capacità di incidere più efficacemente sui cantieri. Riflessioni e idee tutte da praticare sul campo della lotta e di un desiderio convinto, rabbioso e determinato di bloccare questa devastazione ad alta velocità.

Sabato 28, invece, più di un centinaio di persone, radunate sulle rive del torrente Verde, di cui buona parte del paese, hanno ribadito l’inutilità e la pericolosità del viadotto (by pass), individuando il punto preciso in cui dovrebbero sorgere i piloni di 2,2 m di diametro. Ancora una volta è stato provato come siano inequivocabilmente e pericolosamente all’interno dell’alveo del fiume. Stupore e sgomento da parte di chi ancora non aveva visto il progetto. Sul ponte tra Isoverde e Gallaneto è stata posta una bacheca per illustrare a tutti le motivazioni che ci spingono a contrastare questo mostro di acciaio e cemento. Da parte di tutti è stata ribadita l’intenzione di volerlo fermare. Appena dopo le alluvioni regna un’ipocrita, falsa e insopportabile retorica dell’ “‘indignazione generale” da parte delle istituzioni locali, dei partiti politici, dei sindacati, degli enti economici, delle testate giornalistiche sulla stupidità dell’uomo che cementifica e restringe gli alvei dei fiumi… passato qualche tempo, quando torna comodo, cercano qualsiasi scorciatoia per continuare in quella direzione!