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Arquata, dove sono finite le belle parole sui controlli?

Nella foto - Laboratorio Sociale Alessandria

Nella partecipata assemblea pubblica di Arquata di venerdì scorso è stato messo in evidenza ciò che è sotto gli occhi di tutti, o per lo meno sotto gli occhi di quanti non trovano più comodo voltarsi dall’altra parte: i camion impegnati nei lavori del Terzo Valico spadroneggiano sulle strade dei nostri Comuni, violando i segnali di divieto, omettendo di esporre correttamente le eventuali autorizzazioni a circolare nei giorni festivi, impegnando strade che sarebbero loro precluse per limiti di massa a pieno carico, sporcando le sedi stradali con fango e detriti, oltre a danneggiarle perché non ancora rese idonee come previsto nei progetti redatti da COCIV stesso.

Il tutto nel silenzio delle amministrazioni comunali, Arquata compresa per quanto si dichiari (solo a parole) contro il Terzo Valico.

Se qualcuno prova ad andare a lamentarsi, si assiste al solito teatrino da equilibristi in bilico tra lo spavaldo ed il patetico: “ci faremo sentire, non pensino di venire a fare qua quello che vogliono!” oppure “non ci risulta, non ne sappiamo niente!”.

In mezzo la desolante constatazione che il Comune di Arquata (come gli altri) dovrebbe quantomeno controllare cosa avviene sul suo territorio e agire di conseguenza, multando i camion che compiono infrazioni ed inibendo loro il transito dove è vietato da appositi segnali, come solitamente avviene nei confronti di qualsiasi altro cittadino o ditta.

Ed invece non avviene niente di tutto questo o se avviene è talmente saltuario, da non notarsi minimamente, perché le infrazioni continuano a ripetersi; nel frattempo i cittadini cominciano a subire i primi disagi e ad innervosirsi per le strade distrutte e le code ai semafori, ben consapevoli che questo non è neanche l’inizio.

Per tutelare la salute pubblica sarebbe persino possibile ipotizzare un divieto totale di transito ai camion contenenti smarino proveniente da Fraconalto, considerato che sembrerebbe che non siano note neanche al Comune le analisi relative alla presenza o meno di amianto nel materiale trasportato. E dire che poco più di un anno fa lo stesso Sindaco aveva lasciato intendere di essere ben determinato in tal senso, se non avesse ricevuto idonee garanzie.
Se ritiene di averle ricevute, sarebbe auspicabile che le pubblichi sul sito del Comune di Arquata, essendo informazioni di estremo interesse per tutta la comunità.

A dispetto di tutto questo, a pochi giorni di distanza dall’ultima assemblea, si è assistito ad un nuovo episodio di impunita sfrontatezza da parte di un mezzo impegnato nei lavori del Terzo Valico o in quelli del ponte di Vocemola, visto che la ditta indicata sulla fiancata dell’automezzo è attiva in entrambe le opere.

Evidentemente il fatto di essere impegnata in un’opera necessaria al Comune di Arquata, qual’è il ponte di Vocemola, fa sorgere negli operai della Preve Costruzioni S.p.A. la convinzione di godere di impunità tale da poter fare sul territorio quello che meglio credono, compreso parcheggiare sul marciapiede di un condominio, comportamento assolutamente vietato sia dal codice della strada che soprattutto dal senso civico e dal rispetto nei confronti di una comunità che suo malgrado deve subire gli interventi devastanti del Terzo Valico, perpetuati dalla loro ditta.

Fessi gli abitanti di Arquata che, per evitare una multa, devono fare anche molte centinaia di metri per lasciare l’auto parcheggiata correttamente, quando basterebbe sulla fiancata un adesivo di una qualsiasi ditta impegnata nel Terzo Valico per abbandonare il proprio mezzo impunemente su un qualsiasi marciapiede o violare la segnaletica stradale senza incorrere in sanzioni.

Questa è la realtà del Terzo Valico e delle Grandi Opere: amministrazioni succube di ditte foreste che una volta sul territorio fagocitano appalti anche non connessi all’opera principale, trasformando le strade ad uso della cittadinanza in un immenso cantiere, di cui poter disporre a proprio piacimento, fintanto che non abbandoneranno il paese peggio di come l’hanno trovato.

E se i Comuni vogliono smentire questo, lo dimostrino coi fatti.