Noi, donne e uomini del Movimento per la Casa, decidiamo oggi di rispondere al nostro bisogno di vedere garantito un diritto quotidianamente calpestato e per questo entriamo oggi in un palazzo vuoto, per dare finalmente solide mura al nostro futuro. Scegliamo questo giorno speciale, il primo di maggio, data carica di significato, nella quale si cementano le nostre radici sociali e politiche, per entrare nel cuore di Alessandria senza chiedere il permesso.
Occupando l’ex sede della Banca d’Italia da anni ormai abbandonata e offerta dalla politica, attraverso il meccanismo colluso delle aste, a speculatori senza scrupoli pronti a renderla l’ennesima vetrina inaccessibile della città, affermiamo l’incompatibilità delle nostre esigenze di giustizia ed uguaglianza con quanti auspicavano una noiosa giornata di sfilate e commemorazioni fini a se stesse.
Scegliamo questa data, che negli anni passati è stata cassa di risonanza di lotte e mobilitazioni, per rilanciare in avanti la rivendicazione di un diritto inalienabile: il diritto alla casa!
Scegliamo la Banca d’Italia perché simbolicamente rappresenta il fulcro del potere e la sede delle decisioni, che la politica oggi ha lasciato nelle mani di banchieri ed affaristi.
Decidiamo di farlo di giorno, pubblicamente in questa soleggiata giornata di primavera, per portare di fronte ai palazzi che governano la nostra provincia uno dei drammi peggiori che caratterizzano il nostro tempo, il dramma dell’emergenza abitativa.
Ci presentiamo a tutta la città per come siamo fatti, bambini, donne, uomini, studenti, migranti ed italiani e per come sappiamo essere: pacifici ma determinati per riprenderci ciò che ci spetta!
In questi mesi ci siamo confrontati con la violenza degli sfratti, con l’arroganza di chi richiede l’utilizzo della forza pubblica per sgomberare intere famiglie morose a causa della mancanza di un reddito sufficiente, con una politica totalmente assente ed incapace di prendere anche solo posizione in merito.
Soluzioni non solo non sono state trovate da chi di dovere, ma non sono nemmeno state cercate.
Ci siamo scontrati con situazioni assurde, come quella in cui è stato necessario organizzare un picchetto anti-sfratto ad una famiglia già assegnataria, carte alla mano, di un alloggio d’emergenza. Situazione identica per quanto riguarda gli alloggi ATC. Secondo il presidente Ciccaglione e la giunta Rossa (“larghe intese!?”) il problema abitativo è banalmente da imputare al racket delle case vuote.
Il problema esiste e ha numeri drammatici, ma il modo migliore di combatterlo sarebbe progettare una politica di edilizia popolare partendo dalle strutture già esistenti che necessitano di migliorie ed invece sono lasciate in stato abbandono. L’approccio delle istituzioni è quello classico di chi guarda il dito e non la luna: mandare vigili e poliziotti a identificare e denunciare gli occupanti, aggravando ulteriormente le condizioni di vita di chi già si trova in una situazione di estrema precarietà.
In questi mesi però abbiamo anche imparato a conoscere i volti ed i sorrisi di centinaia di donne e uomini che decidono di alzare la testa e strappare la propria dignità giorno dopo giorno, durante il blocco degli sfratti, con l’occupazione della sede del Partito Democratico, nelle piazze e nei cortei da Torino a Roma. Queste persone hanno dimostrato a tutta la città che è possibile ribellarsi e dire basta all’ingiustizia, che quando le istituzioni non sono in grado di rispondere ai bisogni dei cittadini, l’unico modo per affermare i propri diritti è organizzarsi tutti insieme dal basso.
Lo avevamo detto e come è nel nostro stile lo abbiamo fatto: non resterà più impunito chi affama la gente, chi finanzia le guerre, chi ha dato vita ad una crisi che ha prodotto miseria e morte.
Quella di oggi non è un’occupazione simbolica, la sede della Banca d’Italia in piazza della Libertà ora è la nostra casa!
CONTRO RENDITA E SPECULAZIONE, CASA PER TUTT*!
Movimento per la Casa Alessandria